domenica 25 marzo 2012

Calcio e protezione dalle fratture



Pubblico questo post riprendendo una notizia della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (www.scienzavegetariana.it), diretta dalla dottoressa Barone con la quale ho parlato alcune volte al telefono e che mi ha fatto un’ottima impressione. L’oggetto è l’inutilità del calcio proveniente dai latticini in questione di protezione dalle fratture. In pratica, la biodisponibilità del calcio proveniente dal latte e latticini è molto bassa. In fondo all’articolo troverete il link a pubmed, dove è stata pubblicata la ricerca.

Il calcio dei latticini non protegge dalle fratture.

Lo conferma un nuovo studio relativo alle fratture nelle adolescenti causate dalla pratica sportiva. Calcio dietetico e latticini non proteggono nei confronti delle fratture da stress, secondo un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine. In questo studio sono state seguite per 7 anni 6712 ragazze in età adolescenziale, ed è stato rilevato il loro tipo di dieta, l’attività fisica e la comparsa di fratture da stress, un tipo di frattura che complica solitamente la pratica di sport ad elevato impatto, come la corsa. Il continuo impatto con il terreno causa infatti uno stress meccanico sulle struttura microtrabecolare dell’osso, che a un certo punto cede. I dati raccolti non evidenziano effetti protettivi sull’osso, con riduzione del rischio di questo tipo di fratture, nelle ragazze con le più elevate assunzioni di latticini e calcio. Per contro, la vitamina D è risultata in questo studio protettiva, in quanto le ragazze che assumevano più vitamina D avevano un rischio dimezzato, rispetto alla ragazze con le assunzioni più basse.  Ricordiamo che la vitamina D viene prodotta dal nostro corpo semplicemente con l'esposizione ai raggi solari: alla nostra latitudine è sufficiente l'esposizione di volto e le mani, per 20-30 minuti per 2-3 volte alla settimana.  Fonte:  Sonneville KR, Gordon CM, Kocher MS, Pierce LM, Ramappa A, Field AE. Vitamin D, Calcium, and Dairy Intakes and Stress Fractures Among Female Adolescents., Arch Pediatr Adolesc Med. Published ahead of print March 5, 2012.

giovedì 22 marzo 2012

Virgin Active e il fitness medicale


Virgin Active, come gli addetti ai lavori del fitness sanno, è una catena di fitness club con sede in Gran Bretagna. In Italia ce ne sono una ventina, e da giugno inaugurerà corsi specifici per i malati di sclerosi multipla.
Faranno un training specifico per istruttori di modo che i malati che parteciperanno ai corsi (in Italia più di 63.000 persone sono colpite da questa malattia) possano partecipare a lezioni create per loro, seguiti da allenatori specializzati.
Il progetto – primo in Europa – nasce da una collaborazione tra Virgin Active e l’AISM, gruppo impegnato nella lotta alla sclerosi multipla.
L’evento fa piacere in se, in quanto si rivolge a persone che vivono un grandissimo disagio fisico e psicologico, ma mi conferma l’andamento del trend che caratterizzerà i prossimi anni: il fitness medicale.
Negli anni a venire i club guarderanno alle fasce di persone che necessitano un supporto alla loro situazione di salute, che non è tale da richiedere un ricovero.
La specializzazione di cui si dovranno fare carico i trainer di domani, sarà relativa a patologie come diabete, obesità, ipertensione.
Ci sarà una svolta piuttosto evidente, nel modo di interpretare il servizio in palestra. Ne riparleremo tra qualche anno….

lunedì 19 marzo 2012

Ormoni, ciclo circadiano e allenamento


Durante l’arco della giornata, avrete forse notato, abbiamo maggior o minor vitalità e comunque, il nostro corpo ci manda segnali sullo stato fisico ed emotivo. Quasi sempre, la responsabilità di queste variazioni è da imputare ad alcuni ormoni, ormoni vengono prodotti dal nostro organismo, ma non nella medesima quantità per tutta la giornata. La variazione della produzione cambia nel corso delle 24 ore, seguendo un ciclo che si chiama “circadiano”. Ma la faccenda è ancora più complicata, perché le variazioni non si limitano a seguire la durata di una giornata, ma anche di un mese (e in questo caso si parla di ciclo circa mensile) e anche di un anno (ciclo circannuale). Ho già parlato in un precedente post della scienza che studia queste variazioni - e che viene definita “cronobiologia” - descrivendo la SAD, la sindrome depressiva autunnale. La SAD, occorre dire, rientra in un particolare momento del ciclo circannuale, cioè quando la secrezione di serotonina è bassa (quello che si definisce l’ormone del buonumore).
Il ciclo circadiano, cioè quello legato alle 24 ore, ha un andamento altalenante per quanto concerne i principali ormoni.
Per esempio il GH, l’ormone della crescita, presenta tre picchi quotidiani: i primi due si evidenziano circa una e quattro ore dopo il momento in cui ci si addormenta mentre il terzo, meno alto degli altri due, al mattino presto. Il testosterone presenta invece due picchi: uno tra le sei e le sette del mattino, l’altro alle 17.30 circa.
Il cortisolo si attiva fortemente, invece, tra le sette e le otto del mattino.
Descrivo velocemente la funzione dei tre ormoni descritti, per chi fosse completamente a digiuno di endocrinologia:
il GH contribuisce allo sviluppo del sistema scheletrico e muscolare, fissando gli aminoacidi ma ha anche il merito di favorire la mobilizzazione dei grassi.
Il testosterone, nell’uomo, è deputato allo sviluppo degli organi sessuali in età puberale e contribuisce alla vitalità e alla buona salute nell’individuo adulto. Se il testosterone è nella norma, si avverte una netta sensazione di benessere, specialmente se si riesce a mantenerlo alto in età anziana.
Il cortisolo – o ormone dello stress - invece aumenta la glicemia e contrasta le infiammazioni (e di questo siamo contenti) ma inibisce la sintesi di proteine di GH e di testosterone (e di questo siamo meno felici). Inoltre favorisce la lipolisi ma anche la lipogenesi. Cioè: libera i grassi dal tessuto adiposo ma li riaccumula parzialmente, per compensare la lipolisi.




Se questi tre ormoni che regolano la sensazione di benessere fisico sono prodotti in orari diversi, a che ora sarebbe meglio allenarsi per ottimizzare gli effetti dell’esercizio fisico?
Dipende dall’effetto che si desidera.
Per perdere grasso sarebbe opportuno correre al mattino, quando sono alti i livelli di cortisolo e di GH, entrambi ormoni lipolitici. Per l’aumento della forza è meglio allenarsi a metà pomeriggio, quando il livello di testosterone sale. C’è da notare che il ciclo circadiano contempla anche la variazione della temperatura corporea, e verso sera la temperatura aumenta producendo un miglior effetto sulla propagazione degli stimoli nervosi. Sembra infatti che le prestazioni sportive migliori si ottengano attorno alle 17.30, complice il fatto che nel tardo pomeriggio salgono i livelli di un altro ormone che contribuisce alla performance: l’adrenalina.
Termino con una considerazione dell’indimenticato Carmelo Bosco, fisiologo di fama mondiale: il 90% dei record del mondo di atletica, sono stati ottenuti tra le quattro e le sette del pomeriggio.
Una ragione ci sarà….