lunedì 30 maggio 2011

C'è grasso e grasso

Il grasso non è tutto uguale, perchè ne esistono di due tipi che si distinguono - oltre che dalla loro funzione - dal colore: c'è così il grasso bianco (che nella realtà è giallo) e il grasso bruno.
Iniziamo dal bianco: è quello che normalmente indichiamo come grasso. Guadatevi la pancia. Ecco, quello è il tessuto adiposo bianco,che serve per proteggere e per garantire una riserva di energia, tra le altre cose. La sua cellula è formata da una goccia di grasso e riesce a sintetizzare i trigliceridi (cioè a formarli) ma anche scinderli (cioè spezzarli) riversandoli nel sangue.
Il tessuto adiposo bianco è ciò in cui si trasformano i carboidrati quando non vengono utilizzati per fini energetici. Quindi se vi spazzate un piatto di spaghetti grande come un pagliaio, se non siete dei maratoneti, gran parte di quegli spaghetti diventerà grasso bianco, anche se all'origine era un carboidrato. E inevitabilmente andrà ad accumularsi nei depositi tradizionali: pancia, cosce, fianchi.


cellule di grasso banco

Cos'è invece il grasso bruno? Possiamo definirlo un sottotipo di tessuto adiposo. Nell'uomo ce n'è poco, molto più negli animali. Non è formato da un'unica goccia come nel bianco ma da una serie di goccioline, più facilmente disponibili al metabolismo (quindi si "bruciano" meglio).
Il grasso bruno ha la funzione di produrre calore, e questo è il motivo per cui gli animali ne dispongono di più, specialmente quelli che vanno il letargo.
Il grasso bruno ha la caratteristica di possedere una proteina che si chiama termogenina, che fa in modo di creare delle reazioni chimiche che sviluppano calore e non energia.
Nell'uomo adulto ci sono dei piccoli depositi sul collo, sulla nuca e sulle scapole.



cellule di grasso bruno
Recentemente, alcuni ricercatori della Johns Hopkins University (si trova nel Maryland, negli USA), hanno  scoperto che sopprimendo il neuropeptide Y (ne ho parlato nel post precedente) nell'ipotalamo, il grasso bianco (che per comodità viene definito "cattivo", perchè aumenta le sue dimensioni trasformando gli zuccheri) si trasforma in bruno, che è indicato come grasso "buono", che si elimina più facilmente. La stessa ricerca - pubblicata sulla rivista Cell Metabolism - informa di come si cerchi di iniettare delle cellule staminali di grasso bruno nel tessuto adiposo bianco. Tutto ciò sarebbe un'arma formidabile contro l'obesità. Poi, in un secondo momento, si può pensare anche ai nostri rotolini. 












Escherichia coli 104, attenterà davvero alla nostra vita?

Periodicamente dobbiamo sopportare una sciagura che proviene dall'ambiente che, sempre più spesso, ostile. Ambiente che, detto tra noi, evidentemente ne ha abbastanza di questi esseri umani che non lo rispettano.
Ora è la volta del - usando il linguaggio dei giornalisti più catastrofisti - "cetriolo killer". A me personalmente l'idea del cetriolo assassino fa un po' ridere (potrebbe essere una buona idea per una serie di cartoon), ma in realtà alcuni cetrioli sono diventati portatore di malattie in quanto sono venuti a contatto con un batterio nocivo: l'escherichia coli.
Quando in un complicato nome di un batterio appare l'indicazione "coli", allora vuol dire che stiamo parlando di qualche organismo microscopico che vive nella cacca di qualcun altro. E di solito i coli non sono dei simpaticoni, ma quasi mai killer.
L'escherichia coli, che per comodità chiamerò e. coli, ha la bellezza di 171 sierotipi (cioè lo stesso batterio ma con piccole differenze) che vivono comodamente nelle budella di alcuni animali (mucche e animali selvatici, per lo più). 

l'escherichia coli al microscopio

Questo coliforme, abitando in una zona (l'intestino) dove esiste un notevole traffico di cacca, viene spesso espulso all'esterno finendo nei fiumi, nei campi, oppure nel concime e quindi non di rado penetra nella falda acquifera, con le conseguenze del caso.
Normalmente la e. coli deve essere cercata e rilevata nelle acque attraverso dei rigidissimi controlli, per i quali si usa una sostanza che si chiama beta D glucoronidasi. Le acque in questione sono quelle delle piscine, della balneazione marittima e fluviale e così via. Quindi si presume che ci debba essere un ente che controlla.
Normalmente però, la presenza di questo batterio dava normali, anche se dolorosi, sintomi di intossicazione fecale: vomito, diarrea, dolori allo stomaco.
Questa forma di coliforme, che si chiama e. coli 104, può essere invece letale quando lo si ingerisce. Fino a oggi si contano 4 morti in Germania e numerosi intossicati in alcuni paesi del nord Europa.
La colpa sembra essere dei cetrioli importati dalla Spagna. Cetrioli evidentemente cresciuti ad acqua ed escherichia.
Scrivo questo post con la quasi totale certezza che tra qualche giorno emergeranno nuovi aspetti del tipo: "allarme infondato", oppure: "escherichia coli anche nelle patate" o anche: nuovo farmaco contro l'e. coli".
Esiste una contromisura? Una potrebbe essere quella di non mangiare cetrioli spagnoli, l'altra quella di bollire il vegetale perchè i batteri muoiono a 70°. Ma provate voi a mangiare un cetriolo bollito....
Una raccomandazione di carattere generale è certa, come in ogni caso di infezione: lavatevi spesso le mani, per almeno 30 secondi sfregando con energia.

martedì 24 maggio 2011

Mal di schiena, condanna occidentale

Parlo, con cautela, del mal di schiena. Ne parlo con cautela perché occorrerebbero fiumi di parole per descriverne vagamente cause, sintomi e risoluzioni.
Mi limito allora a valutare qualche aspetto.
Intanto desidererei annoverarmi nella schiera dei sostenitori della teoria antropologica che vuole i nostri progenitori scarsamente sofferenti di mal di schiena. Magari morivano per un raffreddore ma con la schiena tendenzialmente sana. Questo avveniva perché muovendosi su terreni irregolari, costringevano i muscoli del dorso a mantenersi tonici ed elastici. Inoltre stavano seduti pochissimo. E questo li ha preservati ulteriormente dalle algie rachidee, ovvero dal mal di schiena.
Oggi, al contrario, soprattutto la popolazione occidentale, quella industrializzata e opulente, si muove su superfici piane e sta seduta praticamente sempre: sedia cucina, macchina, sedia ufficio, poltrona.
Muoversi sulle superfici piane non garantisce uno stimolo ai muscoli del dorso, ma acuisce al contrario i problemi posturali della sedentarietà. Rimanendo a lungo seduti, succedono infatti due cose che minano la salute della spina dorsale: schiacciamo i muscoli flessori della coscia e applichiamo un grosso carico alla zona lombare, specialmente se - come spesso avviene - ci si siede sul sacro e non sugli ischi.

differenze di carico alla zona lombare tra posizione eretta e seduta
Nel primo caso (spesso) succede questo: lo schiacciamento reiterato dei flessori della coscia (i muscoli che, appunto, flettono la coscia sul bacino) causa un accorciamento cronico ai flessori stessi, che per una concatenazione di effetti fanno scivolare il bacino in avanti causando un eccessiva curvatura lombare. Se a questo si aggiunge che una posizione seduta sul sacro causa uno scarso tono ai muscoli dell'addome che hanno, tra l'altro, il compito di proteggere il rachide lombare, si capisce che una volta che ci si alza in piedi il bacino assume una posizione avanzata che crea spesso mal di schiena. Inoltre si cammina su un pavimento liscio e piano, dove viene a mancare l'azione muscolare naturale che si avrebbe se ci si dovesse muovere su un terreno che presenta piccoli ostacoli. Mica chissà cosa: una salitella sterrata, un montarozzo, un piccolo fossato. Tutti ostacoli che fino a qualche decina di anni fa era normale incontrare (e superare). Questo consentiva una sorta di ginnastica involontaria che migliorava il sistema tonico posturale. Muscoli della schiena e dell'addome compresi. L'uomo occidentale presenta così una incidenza terrificante legata al mal di schiena. Un indiano, per dirne uno, molto meno. Lui non si muove su superfici così lisce e sta molto poco seduto su una sedia.
seduta ergonomica
Occorre allora individuare qualche precauzione. Sedersi meglio, per esempio. Che significa sedersi sugli ischi o in quella che viene definita posizione ergonomica (sedie Ikea, per intenderci) rispettando le naturali curve fisiologiche della schiena. Se guardate un computer - ed è molto facile che lo facciate - assicuratevi che sia davanti alla linea degli occhi. Da domani quindi, non sprofondate più sulla vostra sedia da ufficio ma state seduti sul bordo, schiena ben eretta e non appoggiata allo schienale. I vantaggi sono garantiti.

giovedì 19 maggio 2011

Power Balance, il miracolo è servito!

Avete desiderio di equilibrio fisico e mentale? E chi non ne ha! Così ognuno cerca le sue personali soluzioni. Non tutte però sono intelligenti, specialmente quelle più facilmente raggiungibili.
Arrivo al sodo. Immagino abbiate tutti presente quel braccialetto dalle proprietà mirabolanti che si chiama Power Balance. Il monile in silicone (sia l'originale che le inevitabili copie) continua ancora a mietere vittime convincendo gli acquirenti che il Power Balance garantisce "un meraviglioso momento di grande concentrazione e reattività  che ti fa sentire invincibile". E virgoletto la frase perchè questo è quanto affermano i produttori del braccialetto magico.
Perché il Power Balance dovrebbe condurre a questo stato di estasi? Che domande..ma è perché "amplifica istantaneamente gli stati di energia positiva del nostro corpo". E come sennò?
Inoltre, la convincente spiegazione scientifica dell'azienda che produce il manufatto miracoloso afferma che tutto ciò avviene perché il bracciale "va in risonanza col campo biologico attraverso frequenze multiple chiamate bio-sonic formule". Avete capito qualche cosa?
il Power Balance


Fortunatamente l'Antitrust ha bloccato la pubblicità chiaramente ingannevole e un test realizzato dalla rivista Altro Consumo su alcuni volontari, ha confermato quanto si pensava sull'inefficacia del Power Balance. La presunta efficacia si basava sull'indiscutibile qualità benefiche dell'ologramma che appare sul bracciale stesso. Ora sul sito sono pubblicate frasi di minor impatto tuttavia, sulla bottone che si chiama "antitrust", si informa che il bracciale funziona perfettamente - loro dicono - e anche se per il momento non sono in possesso di prove scientifiche - ma solamente affermazioni di conoscenti e personaggi dello show business pagati per indossarlo. - non c'è alcun dubbio che migliori lo stato di benessere.
E pensare che ho anche amici che ce l'hanno e che garantiscono che funziona. Potenza della suggestione. Concludo però con un messaggio di speranza: scienza o suggestione, l'importante è che ci si senta meglio. Oppure: se chi lo indossa lo fa perché è conquistato dall'estetica dell'oggetto, faccia pure. Anche se deve spendere 39 euro per un laccio di silicone.

domenica 15 maggio 2011

Rimini Wellness, si chiude

antigravity yoga
Si chiude Rimini Wellness. La sesta edizione da quando si chiama così e la ventitreesima da quando è nata la manifestazione.
Impressioni a caldo: erroneamente nell'ultimo post ho detto che il walking è in calo, ma nella realtà non è così e mi sembra che tenga benissimo. Per il resto confermo tutto, con una netta prevalenza, tra le discipline più filmate dalle televisioni e più apprezzate dl pubblico, dell'antigravity yoga, una serie di esercizi fatti sospesi su un telo.
Il numero di visitatori? Ancora non è stato fatto il conteggio ufficiale, ma sembrano essere stati più dello scorso anno. Il che vorrebbe dire un trend in continua ascesa.

Paolo Evangelista, Stefano Carlini, David Stauffer


Per quanto riguarda il volume di affari, gli operatori con i quali ho parlato sembrano soddisfatti, ma non vorrei che fosse una versione addomesticata e politica dei fatti, ma se gli affari fossero davvero in aumento, allora si potrebbe quasi dire che è in vista un accenno di ripresa economica.























venerdì 13 maggio 2011

Rimini Wellness, al termine della seconda giornata

Rimini Wellness 2011 è al termine della seconda giornata. E cioè alla chiusura dei cancelli del venerdì sera, dopo la giornata che classicamente è considerata la migliore: non troppa folla, lezioni percorribili e possibilità di un dialogo con gli espositori e con gli insegnanti quasi regolare.
Domani sarà la giornata dei decibel sparati a tutta birra dai palchi dove si propongono lezioni e del probabile pienone.
Le novità della fiera di Rimini? Come al solito quasi nessuna. Per fare un bilancio rispetto agli ultimi due anni: meno lezioni acquatiche, meno walking, spinning stazionario, aerobica stazionaria, molto funzionale specialmente nel settore vendita attrezzi, meno Pilates.
Altre valutazioni per domani, se non sarò troppo cotto dopo una giornata trascorsa nello stand Queenax.
Buona notte.

lunedì 9 maggio 2011

Rimini Wellness

immagine di Rimini Wellness 2011


Torna la kermesse del fitness...questo è quello che ho scritto per anni sulla rivista che dirigo - Performance - parlando di Rimini Wellness. Rimini Wellness esiste dal 2006, ed è la prosecuzione naturale del Festival del Fitness.
Ma facciamo un po' di storia dell'evento. Breve, naturalmente, per non annoiare. Ma sappiate che è una storia che ho vissuto in prim persona.
Tutto iniziò nella primavera del 1989, quando un brillante avvocato di Perugia - Gabriele Brustenghi - si trovò tra le mani la possibilità di organizzare il Mr Olympia, il campionato mondiale di body building, in Italia.
Occorre sapere che in quegli anni il body building era seguitissimo, e il movimento sportivo - se sportivo si può chiamare - era frizzante e in continua ebollizione.
L'avvocato scelse Rimini come sede per organizzare i campionati del mondo, per le sue strutture ricettive e per il fascino lontanamente californiano che evocava (e lo dico con cognizione di causa perché alla vigilia della gara lo intervistai).
Brustenghi fece in modo di collegare alla finale planetaria, che per la prima volta si organizzava fuori dagli Stati Uniti, una sorta di fiera/mercato del fitness, settore che stava prendendo seriamente corpo.
Il Mr Olympia fu un discreto successo, ma sotto le aspettative. Vinse Lee Haney, un nero enorme con la risata di Eddy Murphy. La fiera (che si chiamava California) fu un disastro. Pochi espositori e pochi visitatori.
Ma Brustenghi si arrese? Nemmeno per sogno, perchè continuò anche l'anno dopo, senza il Mr Olympia ma con un'altra gara di muscoli ipertrofici che si chiamava Big One. Poi proseguì anche nel 1991 dove tutto ruotava attorno a una gara di body building femminile. Tutte competizioni ad altissimo livello, occorre dire, in un appuntamento che stava diventando fisso e dove l'aerobica si stava prendendo spazi sempre più larghi.
Diciamo che l'anno della reale consacrazione è stato il 1994: il titolo della manifestazione diventò definitivamente "Festival del Fitness" e oceani di persone si ammassavano davanti alle casse della vecchia fiera di Rimini per entrare e sentirsi nella grande famiglia del fitness. C'era un'elettricità che, francamente, o non riesco più ad avvertire da allora. Era tutto nuovo e il mercato cresceva a ritmi elevatissimi. Nascevano aziende, si imponevano presenter e si inventavano attrezzi.
Il Festival del Fitness, visto da un'altra prospettiva era diventato una macchina da soldi. E finché il denaro girava, il Festival funzionava. Nell'anno 2000 la fiera si sposta nella nuova sede, quella attuale. Più o meno questo corrisponde con l'entrata in crisi della manifestazione. I rapporti tra Brustenghi e l'amministrazione riminese si deteriorano sembra per le pressanti richieste economiche dell'avvocato che si faceva forte del fatto che per alcuni giorni riempiva alberghi e locali di Rimini e paraggi. Dopo un paio di anni nei quali ha minacciati di andarsene da Rimini e togliere una fonte di reddito al comune, l'avvocato fece una cosa che nessuno pensava veramente: se ne andò sul serio.
Dove? A Firenze, dove (e devo dire ancora sembra) la regione Toscana, il comune di Firenze e l'Ente fiera gli fecero delle offerte che potevano facilitare l'organizzazione del suo evento.
L'amministrazione di Rimini fu presa in contropiede. L'ente fiera in quattro e quattr'otto prese la decisione di organizzare autonomamente un evento che potesse apparire come la prosecuzione naturale del Festival del Fitness. Così la fiera di Rimini, grossa società strettamente imparentata con la fiera di Bologna (e quindi Cagnoni) riuscì in quell'anno - il 2006 - ad allestire una onorevolissima prima edizione di Rimini Wellness che è cresciuta (almeno nel numero dei visitatori) fino ad oggi. Vediamo se il 2011 confermerà il trend di crescita.
E il Festival del Fitness? Qualche anno di permanenza a Firenze, con scarsi risultati. Poi il trasferimento a Roma, con risultati ancora peggiori.
Quest'anno Brustenghi, che appare sempre più come un monarca senza più poteri, ci riprova a Roma, dal 2 al 5 giugno, con un ennesimo Festival del Fitness.
Mi auguro che si risollevi, perché significa che il mercato del fitness accenna a una ripresa. Così come mi auguro che Rimini Wellness continui ad andare bene.
Da giovedì 12 a domenica 15 maggio, se volete dare un'occhiata al circo del fitness, accomodatevi. In quali giorni? Ecco dei suggerimenti. Il giovedì c'è relativa calma e possibilità di guardare gli stand con attenzione, gli operatori sono freschi e vi ascolteranno. Il venerdì sale la frenesia, ma rimane un ottimo giorno per la visita. Il sabato sono tutti esasperati, c'è molta gente ed è bello partecipare alle lezioni, che sono tutte imballate di persone. Alla domenica c'è aria di smantellamento, tra giornate trascorse nel martellamento dei decibel e le serate trascorse nei locali, non sono tutti troppo lucidi e attendibili (mi riferisco agli operatori) che non vedono l'ora di andare a casa. La domenica pomeriggio è il momento migliore per gli acquisti dei piccoli oggetti, vestiti compresi.
Il prossimo post sarà pubblicatola prossima settimana, come consuntivo di questa sesta edizione.

giovedì 5 maggio 2011

C'è grasso e grasso

Il grasso non è tutto uguale, perchè ne esistono di due tipi che si distinguono - oltre che dalla loro funzione - dal colore: c'è così il grasso bianco (che nella realtà è giallo) e il grasso bruno.
Iniziamo dal bianco: è quello che normalmente indichiamo come grasso. Guadatevi la pancia. Ecco, quello è il tessuto adiposo bianco,che serve per proteggere e per garantire una riserva di energia, tra le altre cose. La sua cellula è formata da una goccia di grasso e riesce a sintetizzare i trigliceridi (cioè a formarli) ma anche scinderli (cioè spezzarli) riversandoli nel sangue.
Il tessuto adiposo bianco è ciò in cui si trasformano i carboidrati quando non vengono utilizzati per fini energetici. Quindi se vi spazzate un piatto di spaghetti grande come un pagliaio, se non siete dei maratoneti, gran parte di quegli spaghetti diventerà grasso bianco, anche se all'origine era un carboidrato. E inevitabilmente andrà ad accumularsi nei depositi tradizionali: pancia, cosce, fianchi.


cellule di grasso banco

Cos'è invece il grasso bruno? Possiamo definirlo un sottotipo di tessuto adiposo. Nell'uomo ce n'è poco, molto più negli animali. Non è formato da un'unica goccia come nel bianco ma da una serie di goccioline, più facilmente disponibili al metabolismo (quindi si "bruciano" meglio).
Il grasso bruno ha la funzione di produrre calore, e questo è il motivo per cui gli animali ne dispongono di più, specialmente quelli che vanno il letargo.
Il grasso bruno ha la caratteristica di possedere una proteina che si chiama termogenina, che fa in modo di creare delle reazioni chimiche che sviluppano calore e non energia.
Nell'uomo adulto ci sono dei piccoli depositi sul collo, sulla nuca e sulle scapole.



cellule di grasso bruno
Recentemente, alcuni ricercatori della Johns Hopkins University (si trova nel Maryland, negli USA), hanno  scoperto che sopprimendo il neuropeptide Y (ne ho parlato nel post precedente) nell'ipotalamo, il grasso bianco (che per comodità viene definito "cattivo", perchè aumenta le sue dimensioni trasformando gli zuccheri) si trasforma in bruno, che è indicato come grasso "buono", che si elimina più facilmente. La stessa ricerca - pubblicata sulla rivista Cell Metabolism - informa di come si cerchi di iniettare delle cellule staminali di grasso bruno nel tessuto adiposo bianco. Tutto ciò sarebbe un'arma formidabile contro l'obesità. Poi, in un secondo momento, si può pensare anche ai nostri rotolini.