giovedì 29 settembre 2011

Premi Ignobel 2011



Questa notizia non ha niente a che vedere col fitness ma è troppo carina per non essere divulgata. Parlo degli Ig Nobel (o degli Ignobel, se volete), premi parodia dei Premi Nobel che vengono assegnati ogni anno all’Università di Harvard, Boston premiando dieci ricerche scientifiche di dubbia utilità.
Sponsorizzato dalla rivista scientifica-umoristica statunitense Annal of Improbable Research, i premi Ig-Nobel sono presentati al pubblico come se fossero veri Premi Nobel, nel corso di una cerimonia di gala che si tiene nel Sanders Theatre di Harvard, appunto.
Queste sono le ricerche premiate nell’edizione 2011 con le congratulazioni ai vincitori.

FISIOLOGIA
Anna Wilkinson, Natalie Sebanz, Isabella Mandl e Ludwig Huber per il loro studio "Nessuna prova che lo sbadiglio sia contagioso tra le tartarughe a zampe rosse".

CHIMICA
Makoto Imai, Naoki Urushihata, Hideki Tanemura, Yukinobu Tajima, Hideaki Goto, Koichiro Mizoguchi e Junichi Murakami "per aver determinato la densità ideale di wasabi vaporizzato per svegliare una persona in caso di incendio o altra emergenza, e per aver applicato questa scoperta all'allarme a base di wasabi".

MEDICINA
Mirjam Tuk, Debra Trampe, Luk Warlop, Matthew Lewis, Peter Snyder, Robert Feldman, Robert Pietrzak, David Darby e Paul Maruff "per aver dimostrato che le persone prendono decisioni migliori su alcune cose, ma decisioni peggiori su altre, quando hanno l'impellente bisogno di urinare".

PSICOLOGIA
Karl Halvor Teigen per aver cercato di "capire perché, nella vita di tutti i giorni, le persone sospirano".

LETTERATURA
John Perry per la sua teoria della Procrastinazione Strutturata, secondo la quale per avere
successo bisogna lavorare sempre a qualcosa di importante per evitare di fare cose più importanti.

BIOLOGIA
Darryl Gwynne e David Rentz per aver scoperto che un certo tipo di scarafaggio si accoppia con un certo tipo di bottiglia di birra australiana.

FISICA
Philippe Perrin, Cyril Perrot, Dominique Deviterne e Bruno Ragaru, e Herman Kingma, "per aver determinato perché i lanciatori del disco soffrono di vertigini dopo il lancio, ma i lanciatori di martello no".

MATEMATICA
Dorothy Martin (che ha predetto che il mondo sarebbe finito nel 1954), Pat Robertson  (che ha predetto che il mondo sarebbe finito nel 1982), Elizabeth Clare Prophet (che ha predetto che il mondo sarebbe finito nel 1990), Lee Jang Rim (che ha predetto che il mondo sarebbe finito nel 1992), Credonia Mwerinde (che ha predetto che il mondo sarebbe finito nel 1999), e Harold Camping of the USA (che ha predetto che il mondo sarebbe finito nel 1994 e poi ha predetto che finirà il 21 ottobre 2011) per "aver insegnato al mondo di fare attenzione quando si fanno ipotesi e calcoli matematici".

PREMIO PER LA PACE
Arturas Zuokas, sindaco di Vilnius, per "aver dimostrato che il problema delle auto di lusso parcheggiate in divieto di sosta può essere risolto passandogli sopra con un carrarmato"

PREMIO PER LA PUBBLICA SICUREZZA
John Senders per "aver condotto una serie di esperimenti di sicurezza in cui una persona guida un'auto su un'autostrada mentre una visiera ripetutamente gli blocca la vista, impedendogli di guardare la strada".

martedì 27 settembre 2011

Gym-Pact, paghi se non ti alleni

Questa è carina: un paio di laureati a Harvard, che è una università che si trova a Boston, hanno avuto una idea – riguardo alla clientela che utilizza le palestre - che stanno sperimentando in questi giorni. Si tratta di un programma, che si chiama Gym-Pact, ed è un modello di business creato sulla motivazione.
A ispirare i due laureati di Harvard - Yfan Zhang e Geoff Oberhofer - è stata l’idea che le persone sono motivate più dalla paura di perdere denaro subito che dalla promessa di perdere peso in un periodo medio-lungo.
Il progetto prevede questo: ci si iscrive alla palestra gratuitamente e si riceve la scheda di allenamento. Se il protocollo assegnato non viene rispettato, l’iscritto dovrà pagare 25 dollari per la settimana nel corso della quale ha saltato una o più sedute d’allenamento previste. Se il programma viene abbandonato per un qualsiasi motivo, dovrà sborsare 75 bigliettoni. O ti alleni o paghi.
Il lancio del programma è imminente e a coadiuvare il progetto hanno aderito alcuni club importanti, come il Bally Total Fitness e il Planet Fitness – quest’ultimo con 20 persone - che contribuiscono a un esperimento pilota. Entrambi club che si trovano a Boston, quindi si gioca in casa.
I due laureati che hanno dato vita al programma, stanno già pensando a una piccola variazione che consiste nel far pagare da 5 a 10 dollari all’allievo che salta la lezione.

venerdì 23 settembre 2011

Lo Shake Weight


Lo X-co
No, non è uno di quegli attrezzi che passerà alla storia, però ve ne parlo lo stesso. Si tratta dello Shake Weight, un manubrio che possiede al suo interno un dispositivo che lo fa vibrare, aumentando la tensione muscolare. Lo si tiene tra le mani e lo si scuote. La vibrazione che ne consegue attiva soprattutto i muscoli pettorali e tricipiti. È un affarino da vendita televisiva, costa una trentina di euro, pesa poco più di un chilo e soprattutto fa pensare su come ci si attesti su soluzioni ben precise quando si tenta di creare un prodotto nuovo, in questo caso, le vibrazioni. La faccenda vibrazione era già stata tentata con lo Xco (un tubo che scuotendolo si muove in maniera sbilanciata) e il Flexi-bar, una sbarra con due sfere alle estremità che facevano oscillare l’attrezzo. Gli attrezzi descritti sono stati ideati e prodotti in Inghilterra. Gli inglesi insistono evidentemente sul concetto di vibrazione per il miglioramento dell’impianto muscolare.
Neanche lo Shake Weight sarà l’attrezzo che ci salverà, ma magari può essere divertente provarlo.


Il Flexi bar


giovedì 22 settembre 2011

Tristezza autunnale e aumento di peso

Le giornate si accorciano. La sera arriva presto e con lei quel vago senso di tristezza. No, non voglio raccontarvi un romanzo sentimentale, ma solamente razionalizzare quel – appunto – senso di tristezza.
Razionalizzare significa dare una spiegazione alle cose, e spesso nei comportamenti e nelle emozioni ci sono di mezzo gli ormoni così, se la cosa non vi sembra troppo fredda e cruda, potete continuare a leggere.
La vaga tristezza è stata studiata e ha un nome: si chiama SAD ed è un acronimo che significa Seasonal Affect Disease, ovvero Disturbo Affettivo Stagionale, ed è associata alla mancanza di luce. La mancanza di SAD rende una persona più allegra. Per dire: gli scandinavi sono più ombrosi dei cubani, perché l’indole è stata levigata sulla carenza o sull’abbondanza di sole.
Ma torniamo a noi. Come mai in luglio saliamo lungo le grondaie ridendo e a dicembre ci assale una malinconia esagerata e facciamo fatica ad alzarci dal letto?
Succede che nei mesi invernali si riducono i livelli di serotonina (che semplicisticamente si definisce “l’ormone del buon umore”) e aumentano quelli di melatonina, che favorisce la malinconia.
Quindi, l’autunno e l’inverno rendono un po’ depressi e stanchi, ma non solo, perchè alla SAD si associa anche un altro problema.
Eccolo: un essere umano in pieno inverno – come si diceva prima – ha una significativa carenza di serotonina, così il vostro organismo richiede alimenti che causino un po’ di euforia, ovvero i carboidrati. Gli zuccheri contengono infatti triptofano che è un aminoacido in grdo di sintetizzare la serotonina, appunto. Questo comporta un aumento di peso e conseguentemente un peggioramento dell’umore. Viene fuori, insomma, una fame da lupi. Che non è una fame di uova sode o di bresaola, ma di dolci e nutella.
Anche questo comportamento è stato studiato e ha un nome: CCS, altro acronimo che significa Carbohydrate Craving Syndrome, cioè la sindrome da desiderio di carboidrati, che innesca una spirale che non finisce mai. Così si diventa grassi e tristi. E brancolanti nel buio dell’inverno.
Concludo con uno scontato consiglio: con l’approssimarsi delle giornate corte mangiate alimento che contengano serotonina o triptofano, come pesce, lattuga, broccoli, spinaci, tutti i latticini. Evitate, se potete, farmaci.
Ma soprattutto: siate consci che si tratta di una questione di ormoni e aminoacidi. Razionalizzate gente, razionalizzate…

domenica 18 settembre 2011

Sacche di sabbia e acqua per l'allenamento



Nel ricco armamentario utilizzato nel training funzionale, che ricordo essere l’allenamento di maggior successo nel campo del fitness, occupa un ruolo di significativa importanza il sandbag, ovvero, la sacca riempita di sabbia che viene sollevata come carico.
Il sandbag utilizzato sotto la supervisione di un personal trainer
Naturalmente anche il sandbag è un po’ di tempo che esiste, ma doveva attendere questi anni d’oro del training funzionale per essere riscoperta.
La sacca piena di sabbia è un’idea vecchia e personalmente, devo dire che negli anni settanta quando ero un atleta, la usavo sotto forma di pneumatico riempito di rena della spiaggia. Cosa che mi capita a volte anche oggi quando mi prendo cura della preparazione fisica degli sportivi agonisti, quando non c’è nient’altro. Ma non sono certo io lo schizzinoso.
Il bulgarian bag
Il mercato ha comunque dato una veste più elegante a questo oggetto da allenamento dove, a seconda della azienda produttrice, è diventato Energy Bag, Power Bag e non so cos’altro. In realtà, per via diretta il mio vecchio pneumatico riempito di sabbia è diventato il Bulgarian Bag, “inventato” nel 2005 da Ivan Ivanov (ma non sembra un nome finto?), un atleta olimpico bulgaro di lotta greco-romana, che lo usava per i suoi allenamenti. Poi, durante un periodo trascorso negli USA, amici lo hanno aiutato a fiutare il business e così ha creato la International Bulgarian Bag Confederation, con un messaggio non più rivolto gli atleti ma ai praticanti di fitness, così da poter guadagnare un po’ di più.

Le sacche di sabbia subentrano in un contesto più commerciale, perché sono più compatte, più carine e possono essere sistemate meglio alle pareti delle palestre.
I contenitori di sabbia stanno così vivendo un momento di fortuna.
È un allenamento valido? Certo che si, e l’unica mia perplessità risiede nel fatto che un intero allenamento fatto con una Power o una Bulgarian Bag può diventare noioso e quindi poco efficace.
L’attrezzo è ottimo se lo si inserisce in un contesto più vario, che comprenda altri accessori per l’allenamento.
Infatti, gli esercizi (quelli veri intendo) praticabili non sono molti: si possono fare delle accosciate, dei power clean, delle distensioni e qualcos’altro, ma poco. Rido di gusto quando, per necessità commerciali, si inventano una sequela di esercizi dove l’aspetto creativo e artistico prevale su quello pratico.
Questo non toglie che io usi e faccia usare le sacche per i balzi, per gli affondi e altri movimenti che danno il corretto stimolo allenante.
Le sandbag hanno subito dato alla luce un figlio: il Waterbag, dove al posto della sabbia c’è l’acqua. La differenza? L’acqua, muovendosi, crea una fortissima destabilizzazione, aumentando l’intensità della risposta muscolare.
Il waterbag, modello Xenios
Ce ne sono di diversi modelli: lunghi tre metri dove l’acqua crea si muove molto, creando forti difficoltà di stabilità e più corte (la maggioranza dei modelli) dove si arriva a introdurre anche una ventina di litri d’acqua. Un modello si chiama Flow Bag (lo cito perché il nome l’ho appioppato io) e lo produce la Sidea di Cesena. 

mercoledì 14 settembre 2011

Chi sono i più grassi del mondo?


Ora è la rivista Lancet a lanciare l’allarme obesità, ma è risaputo che l’umanità sta diventando terribilmente grassa.
Per chi non lo sapesse, Lancet è una delle più prestigiose riviste scientifiche del pianeta, e dalle sue pagine si informa – anzi, si conferma – che il problema obesità è più diffuso tra le fasce povere, a causa del cibo spazzatura, quello che costa meno e di più facile accesso.
Andiamo a verificare chi sono più magri d’Europa? Gli olandesi, mentre i più grassi si trovano nelle isole del Pacifico, come Tonga e Cook.
In Cina e in Giappone sono magri, negli USA sono grassi così come in Gran Bretagna. E se la classifica si limita alle sole donne, si scopre che russe e israeliane sono molto, ma molto in sovrappeso.
In Italia siamo messi maluccio, in quanto dall’ultimo rapporto di Osservasalute, più di un terzo della popolazione è in sovrappeso.
Eppure, basterebbe poco per invertire la tendenza mondiale. Secondo un esperto di Lancet - Kevin Hall del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases - tagliare dall'alimentazione quotidiana 250 calorie ogni giorno farebbe perdere 13 chili in tre anni. La maggior parte entro il primo anno. E in fondo si tratterebbe solo di rinunciare ogni giorno all'equivalente di uno snack al cioccolato.
Ma quello che mi ha incuriosito, nella ricerca fatta per scrivere questo post, è il fatto che esista un ranking mondiale, una classifica, dei paesi più “pesanti” della terra.
Chi vince? Il primo posto se lo aggiudica Nauru, isola del pacifico, 32° San Marino, nettamente davanti all’Italia che è 111° (ma non si diceva che eravamo grassi?) mentre all’ultima posizione c’è l’Eritrea.
Comunque, la classifica risale al non lontano 2005 – quindi attuale e veritiera – e la pubblico per chi, come me, è fanatico di classifiche. Il numero che appare di fianco a ogni nazione, significa la percentuale di persone in sovrappeso tra gli abitanti.

1. Nauru 94.5
2. Micronesia, Federated States of 91.1
3. Cook Islands 90.9
4. Tonga 90.8
5. Niue 81.7
6. Samoa 80.4
7. Palau 78.4
8. Kuwait 74.2
9. United States 74.1
10. Kiribati 73.6
11. Dominica 71.0
12. Barbados 69.7
13. Argentina 69.4
14. Egypt 69.4
15. Malta 68.7
16. Greece 68.5
17. New Zealand 68.4
18. United Arab Emirates 68.3
19. Mexico 68.1
20. Trinidad and Tobago 67.9
21. Australia 67.4
22. Belarus 66.8
23. Chile 65.3
24. Venezuela (Bolivarian Republic of) 65.2
25. Seychelles 64.6
26. Bahrain 64.1
27. Andorra 63.8
28. United Kingdom 63.8
29. Saudi Arabia 63.5
30. Monaco 62.4
31. Bolivia 62.2
32. San Marino 62.1
33. Guatemala 61.2
34. Mongolia 61.2
35. Canada 61.1
36. Qatar 61.0
37. Uruguay 60.9
38. Jordan 60.5
39. Bahamas 60.4
40. Iceland 60.4
41. Nicaragua 60.4
42. Cuba 60.1
43. Germany 60.1
44. Brunei Darussalam 59.8
45. Slovenia 59.8
46. Peru 59.6
47. Vanuatu 59.6
48. Finland 58.7
49. Jamaica 57.4
Rank Country %
50. Israel 57.3
51. Saint Lucia 57.3
52. Austria 57.1
53. Azerbaijan 57.1
54. Turkey 56.8
55. Tuvalu 56.6
56. Dominican Republic 56.5
57. Slovakia 56.3
58. Cyprus 56.2
59. Saint Kitts and Nevis 56.1
60. Costa Rica 55.8
61. Colombia 55.6
62. Antigua and Barbuda 55.5
63. Switzerland 55.4
64. Montenegro 54.9
65. Serbia 54.9
66. Serbia and Montenegro (The former state union of) 54.9
67. Albania 54.8
68. Fiji 54.8
69. Bulgaria 54.2
70. Luxembourg 54.2
71. Croatia 53.9
72. Bosnia and Herzegovina 53.8
73. Portugal 53.8
74. Armenia 53.3
75. Grenada 53.3
76. South Africa 53.3
77. Iran (Islamic Republic of) 53.2
78. Libyan Arab Jamahiriya 53.2
79. Lithuania 53.1
80. Lebanon 53.0
81. Czech Republic 52.9
82. Syrian Arab Republic 52.8
83. Spain 51.8
84. Hungary 51.6
85. Panama 51.4
86. Tunisia 51.0
87. Saint Vincent and the Grenadines 50.6
88. Brazil 50.5
89. Belize 49.8
90. Sweden 49.7
91. Norway 49.1
92. Russian Federation 49.1
93. El Salvador 48.7
94. Lesotho 48.5
95. Suriname 47.8
96. Paraguay 47.7
97. Guyana 47.5
98. Poland 47.5
99. Latvia 47.3
100. The former Yugoslav Republic of Macedonia 47.2
101. Ecuador 47.1
102. Turkmenistan 46.8
103. Ireland 46.6
104. Belgium 46.3
105. Marshall Islands 46.2
106. Netherlands 46.0
107. Uzbekistan 46.0
108. Denmark 45.8
109. Mauritius 45.6
110. Oman 45.6
111. Italy 45.5
112. Iraq 45.4
113. Georgia 44.8
114. Ukraine 44.8
115. Solomon Islands 44.0
116. Botswana 43.6
117. Honduras 43.5
118. Equatorial Guinea 43.0
119. Morocco 42.9
120. Dem. Republic of Timor-Leste 42.7
121. Mauritania 42.5
122. Estonia 42.2
123. Republic of Korea 42.0
124. Swaziland 41.8
125. Kazakhstan 41.4
126. Republic of Moldova 41.1
127. Bhutan 40.9
128. France 40.1
129. Cameroon 39.9
130. Maldives 39.9
131. Algeria 39.8
132. Dem. People's Republic of Korea 39.4
133. Kyrgyzstan 39.2
134. Romania 39.1
135. Lao People's Democratic Republic 38.9
136. Cape Verde 38.2
137. Tajikistan 37.3
138. Gabon 36.5
139. Myanmar 36.3
140. Liberia 35.6
141. Sierra Leone 33.4
142. Haiti 32.8
143. Zimbabwe 32.1
144. Thailand 31.6
145. Papua New Guinea 30.2
146. Malaysia 29.9
147. Ghana 29.2
148. China 28.9
149. Benin 28.5
150. Comoros 28.0
151. Angola 27.5
152. Nigeria 27.1
153. Yemen 27.0
154. Senegal 26.4
155. Philippines 25.2
156. Djibouti 24.9
157. Mali 24.1
158. Togo 24.0
159. Guinea 23.5
160. Sudan 23.1
161. Cote d'Ivoire 22.9
162. Singapore 22.9
163. Japan 22.6
164. Namibia 22.5
165. Pakistan 22.2
166. Sao Tome and Principe 21.4
167. United Republic of Tanzania 21.2
168. Malawi 19.3
169. Congo 18.9
170. Niger 17.6
171. Madagascar 17.4
172. Mozambique 17.3
173. Guinea-Bissau 16.7
174. Gambia 16.6
175. Indonesia 16.2
176. India 16.0
177. Somalia 15.8
178. Chad 15.6
179. Afghanistan 15.1
180. Uganda 14.8
181. Kenya 14.3
182. Burkina Faso 14.1
183. Rwanda 13.7
184. Zambia 13.0
185. Burundi 12.9
186. Central African Republic 12.9
187. Cambodia 11.3
188. Dem. Republic of the Congo 9.1
189. Nepal 8.4
190. Sri Lanka 7.4
191. Vietnam 6.4
192. Bangladesh 6.1
193. Ethiopia 5.6
194. Eritrea 4.4

domenica 11 settembre 2011

Il Ropeflex, una arrampicata in palestra



L’idea innovativa non sarebbe nemmeno male, se non fosse che questo prodotto ha tentato il lancio sul mercato in tempi di crisi economica.
Parlo del Ropeflex, un attrezzo per il fitness, o per la muscolazione, come si sarebbe detto in altri tempi. Si tratta di un telaio che sorregge una corda posta in verticale – immaginate una fune che cade dal soffitto – che permette di mimare l’arrampicata sulla fune stessa rimanendo seduti sull’attrezzo (o anche in piedi, dipende dal modello). Ma le parole valgono molto meno dell’immagine che potete vedere pubblicata.




Esistono sette modelli del Ropeflex, che possono avere una resistenza graduata, e devo dire che l’idea della fune è apprezzabile. Si è visto a Rimini Wellness dello scorso anno, il 2010, ma il prezzo (oltre 3.000 euro) e la crisi che incombe ha scoraggiato molti acquirenti. Non che l’attrezzo rappresenti la rivoluzione del fitness, ma è un prodotto diverso dalle solite macchine (potrebbe essere alternativo alla lat machine) e all’interno di un club è facile che possa essere apprezzato.
Dico questo perché l’ho provato, e personalmente promuovo il Ropeflex. Un difetto? Potrebbe dare fastidio alle mani, ma è una cosa di poco conto.