Il dolore cervicale è piuttosto comune. Ma comune a chi? Quasi sempre la popolazione che ne soffre condivide il fatto che pratica un lavoro che li costringe a rimanere seduti e conduce una vita che li porta ad avere un affanno che, anche se piccolo, obbliga a una respirazione corta e frequente.
La respirazione corta, perciò, che è quella un po’ affannosa, è una delle concause del dolore al tratto cervicale: i muscoli attorno al collo si irrigidiscono e non gli permettono di ruotare correttamente, causando una ipofunzione articolare.
In altre parole: i muscoli attorno al collo fanno male perché sono rigidi, mentre il tratto cervicale del rachide è un po’ compresso perché non possiede più la sua naturale articolarità e a sua volta crea dolore.
Inoltre si pensi alla cattiva postura. Sono ormai molti anni che, personalmente, cerco di insegnare alle persone come si sta correttamente seduti: appoggiati sugli ischi, il tratto lombare in posizione neutra (cioè con quella leggera lordosi fisiologica) e la colonna vertebrale estesa. Tratto cervicale compreso.
Osservate invece la vostra posizione dopo quindici minuti dal momento in cui vi siete seduti. Siete appoggiati sul sacro e il collo è innaturalmente proteso in avanti, con le spalle un po’ insaccate.
Questa posizione allunga in maniera esagerata (e quindi scorretta) il muscolo erettore del collo e contrae il tratto anteriore del muscolo sternocleidomastoideo, ossia quei due cordoni muscolari che avvertite ai lati del collo. Le spalle insaccate contraggono i trapezi. A lungo andare vi beccate un bel dolore al tratto cervicale, che a volte può essere dovuto solo alla grande tensione muscolare.
Ma passiamo alle possibili soluzioni, per chi ha questo problema:
a) Imparate a respirare con la pancia, ovvero: quando inspirate gonfiate l’addome e non il torace. Questo impedirà ai muscoli attorno al collo di contrarsi in maniera eccessiva. Compresi i muscoli trapezi, i fasci alti, quelli che sono tradizionalmente induriti.
b) Fate questo esercizio: appoggiate la schiena al muro con i talloni alla distanza di circa 50 cm. dalla parete, con le ginocchia appena piegate. Appoggiate l’occipite (cioè la parte posteriore della testa) al muro premendo un po’. Nello stesso tempo cercate di avvicinare il mento allo sterno, con discreta forza. Questo movimento estenderà il tratto cervicale, detensionandolo.
c) Altro esercizio: avvicinate l’orecchio alla spalla. Ma non pensate tanto a quello, quanto all’altro, che dovreste immaginare in volo verso il soffitto. Ruotate allo stesso tempo il capo leggermente verso l’alto. Ma non troppo.
Sono rimedi semplici, ma spesso apportatori di grandi risultati. Abbiate pazienza e fatelo tutti i giorni, già da ora…
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