Le giornate si accorciano. La sera arriva presto e con lei quel vago senso di tristezza. No, non voglio raccontarvi un romanzo sentimentale, ma solamente razionalizzare quel – appunto – senso di tristezza.
Razionalizzare significa dare una spiegazione alle cose, e spesso nei comportamenti e nelle emozioni ci sono di mezzo gli ormoni così, se la cosa non vi sembra troppo fredda e cruda, potete continuare a leggere.
La vaga tristezza è stata studiata e ha un nome: si chiama SAD ed è un acronimo che significa Seasonal Affect Disease, ovvero Disturbo Affettivo Stagionale, ed è associata alla mancanza di luce. La mancanza di SAD rende una persona più allegra. Per dire: gli scandinavi sono più ombrosi dei cubani, perché l’indole è stata levigata sulla carenza o sull’abbondanza di sole.
Ma torniamo a noi. Come mai in luglio saliamo lungo le grondaie ridendo e a dicembre ci assale una malinconia esagerata e facciamo fatica ad alzarci dal letto?
Succede che nei mesi invernali si riducono i livelli di serotonina (che semplicisticamente si definisce “l’ormone del buon umore”) e aumentano quelli di melatonina, che favorisce la malinconia.
Quindi, l’autunno e l’inverno rendono un po’ depressi e stanchi, ma non solo, perchè alla SAD si associa anche un altro problema.
Eccolo: un essere umano in pieno inverno – come si diceva prima – ha una significativa carenza di serotonina, così il vostro organismo richiede alimenti che causino un po’ di euforia, ovvero i carboidrati. Gli zuccheri contengono infatti triptofano che è un aminoacido in grdo di sintetizzare la serotonina, appunto. Questo comporta un aumento di peso e conseguentemente un peggioramento dell’umore. Viene fuori, insomma, una fame da lupi. Che non è una fame di uova sode o di bresaola, ma di dolci e nutella.
Anche questo comportamento è stato studiato e ha un nome: CCS, altro acronimo che significa Carbohydrate Craving Syndrome, cioè la sindrome da desiderio di carboidrati, che innesca una spirale che non finisce mai. Così si diventa grassi e tristi. E brancolanti nel buio dell’inverno.
Concludo con uno scontato consiglio: con l’approssimarsi delle giornate corte mangiate alimento che contengano serotonina o triptofano, come pesce, lattuga, broccoli, spinaci, tutti i latticini. Evitate, se potete, farmaci.
Ma soprattutto: siate consci che si tratta di una questione di ormoni e aminoacidi. Razionalizzate gente, razionalizzate…
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