mercoledì 27 luglio 2011

Osteoporosi e osteopenia


La salute delle ossa sia la benvenuta. Non solo quella dei muscoli, quindi.
Spesso, nel mondo professionale del benessere si tende infatti a focalizzare l’attenzione sulla forza e sull’efficienza cardiovascolare, mentre ci si dimentica un po’ dello scheletro.
La demineralizzazione delle ossa non deve invece essere trascurata: in una donna già dopo i quarant’anni è bene eseguire dei controlli e comunque non ci si dimentichi – nemmeno da parte dei maschi, che devono preoccuparsi qualche anno dopo – che alimentazione ed esercizio fisico garantiscono un serio riparo alla perdita di massa ossea.
Tale processo – la perdita di massa ossea, intendo – non deve essere per forza osteoporosi, perché esistono degli stadi che la anticipano, che risultano meno gravi ma che sono comunque predittivi.
Intanto occorre dire che la densità ossea si valuta attraverso alcune tecniche di rilevazione, come la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) oppure con la TAC (occorre dire che significa Tomografia Assiale Computerizzata?). Le tecniche sono comunque simili, in quanto si utilizza un fascio di radiazioni per ottenere un risultato, un risultato che dà un valore espresso in T score.
Questa è la tabella di riferimento:

> - 1:                                             densità normale
- 1 e - 2.5:                                     osteopenia
< - 2.5:                                          osteoporosi
< - 2.5  con fratture patologiche:   osteoporosi grave

Cos’è l’osteopenia? E’ una riduzione della massa ossea significativa, ma non ancora osteoporosi, condizione delle ossa – quest’ultima – che non è considerata una patologia ma una “non malattia”, come sostiene il British Medical Journal.
Ma la questione sostanziale è il “come” affrontare la demineralizzazione. In ambito farmacologico si interviene con terapie ormonali e con soluzioni varie ed eventuali, ma preferisco sempre e comunque evitare medicine fino a che non sia strettamente necessario.


Qualche consiglio, allora:
-       Mangiare meno carne, perché l’assunzione eccessiva di carne acidifica l’organismo che deve ricorrere a sistemi tampone, per neutralizzarlo. Allora come reagisce? “Smonta” i carbonati presenti nelle ossa indebolendole. I carbonati neutralizzano l’acidità ma le ossa diventano più fragili. Ovviamente mi riferisco a uso continuo ed eccessivo di carne.
-       Fare attività che eserciti gravità sulle ossa. E mi spiego meglio: le ossa si adattano a stress così come fanno i muscoli, anche se in maniera meno evidente. Se si solleva un bilanciere o comunque un carico, le ossa si adattano e si irrobustiscono. Se non si sottopongono le ossa a carichi, queste diventano fragili. Un sollevatore di pesi ha una densità ossea straordinaria, mentre un nuotatore (che si muove in un ambiente che diminuisce la gravità), evidenzia spesso fragilità delle ossa.
La morale allora diventa: meno carne (e più vegetali) e più esercizi con i pesi.






1 commento:

  1. E' vero che anche un'alimentazione ricca in latticini (latte intero, yogurt, formaggi...) può essere d'aiuto nella prevenzione del problema? Daniela

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